“Road to Passatore” è una miniserie di interviste a donne che il 24 maggio 2025 si cimenteranno per la prima volta con la distanza di 100km. La loro gara obiettivo è la proprio la storica 100km del Passatore, quest’anno alla sua 50^ edizione.

Chi sono? Cosa le ha portate fin qui e come arrivano alla linea di partenza della 100km più amata d’Italia?

Questa è la storia di Antonella Manca.


Antonella Manca ha 52 anni e vive a Macerata, una città a cui è profondamente legata. Lì ha trascorso l’infanzia, cambiando più volte quartiere, che le sono rimasti, per un motivo o per un altro, nel cuore.

Lavora come programmatrice informatica e, per esigenze aziendali, si occupa anche del centralino. È sposata con Paolo, che la sostiene nella sua passione per la corsa, ed è madre di due figli, un ragazzo di 21 anni e una ragazza di 16.

L’amore per lo sport: dalla piscina alla corsa

Lo sport è sempre stato parte della sua vita. La madre la portò in piscina a quattro anni, ma dopo due lezioni non volle più andarci: si annoiava perché le facevano sempre “battere i piedi”.
Fu il padre a indirizzarla alla corsa: “Mi fece iscrivere con una società sportiva che si chiamava ‘La Giorgiana’ e con loro iniziai a partecipare, quasi ogni domenica, a delle piccole gare amatoriali”. Durante gli anni scolastici praticò atletica leggera e pallavolo, per poi abbandonare lo sport durante l’università per motivi economici e logistici.

A 49 anni, nel marzo 2021, Antonella riprese a correre. Ci aveva provato anche qualche anno prima, ma avendo iniziato a soffrire di anoressia nervosa, non aveva le forze sufficienti per correre con regolarità. Poi arrivò il Covid. Antonella si rese conto che il lockdown stava spegnendo l’entusiasmo dei suoi figli, rendendoli apatici. Sentendosi impotente come madre, decise di reagire: “Mi sentivo una fallita. Così ho cominciato a uscire a correre.” Seguì un programma che in pochi mesi la portò a correre dieci chilometri. Da lì, la corsa divenne parte integrante della sua vita.

La strada verso l’ultramaratona: piccoli passi e tanta determinazione

Nei gruppi Facebook scoprì il mondo delle ultramaratone. Amante della montagna e forte delle sue esperienze di trekking, Antonella inizialmente sognava di dedicarsi al trail running, puntando al TOR30, la distanza minima del celebre TOR. Per inseguire questo obiettivo si affidò a un coach a distanza, ma il suo corpo non era ancora pronto ad affrontare salite così frequenti. Fu costretta a fermarsi per due settimane nel novembre 2021.
Decisa a non arrendersi, ricominciò da capo con un altro allenatore, sempre a distanza, che la aiutò a prepararsi per la Mezza Maratona. Tuttavia, nel suo cuore rimaneva vivo il desiderio di arrivare all’ultramaratona. “Lo desideravo con tutto il cuore,” avrebbe raccontato.

Col tempo capì che il percorso doveva essere graduale: prima la Maratona, poi l’Ultramaratona.

Antonella al conero

Tutte le foto sono di Antonella Manca

 

Il terzo coach iniziò a prepararla per quella che sarebbe dovuta essere la sua prima Maratona, a Firenze nel 2022. Tuttavia, il carico di chilometri era troppo pesante per il suo fisico, che si stava ancora adattando, e che lei faticava ad ascoltare. Nell’ottobre 2022, durante un allenamento di 18 km, subì una frattura da stress al bacino, nella zona ileo-pubica, che la costrinse a uno stop di dieci mesi. Guarì completamente nel giugno 2023.

Quando in molti pensavano che non sarebbe più tornata a correre, Antonella sorprese tutti: rinacque da sola, ripartendo da zero. Iniziò con soli 3 km, affrontati con fatica, e costruì silenziosamente la preparazione per la sua prima Maratona, dal giugno all’ottobre 2023. Seguì un metodo semplice: tre allenamenti a settimana, senza fartlek né ripetute, solo corse lente, alternando distanze corte e lunghe, imparando ad ascoltare il suo corpo, senza l’aiuto di alcun coach. I primi lunghi li fece insieme al marito, che la accompagnava in bicicletta.

Fu una grande soddisfazione per lei tagliare il traguardo della Maratona di Venezia nell’ottobre 2023, chiudendo in 5 ore e 10 minuti. “Non è poco come tempo, ma per me, che soffrivo di attacchi di panico e li ho affrontati anche durante la gara, portarla a termine è stata una vera conquista.”

L’ingresso nel mondo dell’ultramaratona

Nel 2024 entrò nel mondo dell’ultramaratona: vinse la sua categoria all’Ecomaratona della Capitale e completò la sua prima 50 km al Conero. Seguì il battesimo della 6h all’Ultramarathon Festival Venice: “Dopo 2 ore con 18 km fatti volevo mollare perché soffrivo il caldo e allergia, poi dopo 30 km sbagliai a bere un succo ai mirtilli che mi ha causato problemi gastrointestinali. Volevo mollare, poi alcune amiche mi hanno sostenuto, ho gestito la gara e sono riuscita a fare 43,9 km, pochi, molto pochi, ma questa gara mi ha insegnato molto anche se mi dispiacque veramente tanto che per 1,1 km non presi la medaglia.”

Con il supporto della nutrizionista Alessia Monachetti, trovò il modo di affrontare le difficoltà legate alle sue intolleranze alimentari e migliorò le sue prestazioni, arrivando a vincere la 50 km delle Alpi come prima donna assoluta.

La preparazione del Passatore

Il sogno del Passatore prese forma. Anche se il piano era iscriversi dopo aver testato una gara di 8h, Antonella scelse d’istinto e si iscrisse prima, senza dirlo a nessuno.

A dicembre 2024 completò 68 km alla 8h di Paglieta, a gennaio 65 km a Marina Palmense, poi migliorò il suo tempo nella 50 km del Conero e nella Maratona di Roma. Infine, a marzo, la sua prima 12h a Cinisello Balsamo, dove raggiunse 84 km nonostante un’unghia spezzata: “Fisicamente e mentalmente è stata durissima, ma ce l’ho fatta.”

Adattare alimentazione e allenamenti alle proprie esigenze (intolleranze e premenopausa)

Consapevole dei suoi limiti, per il Passatore ha adattato gli allenamenti alle proprie esigenze, senza seguire rigidamente tabelle troppo stressanti. “Ascoltare il mio corpo è fondamentale.”

Ora sta anche affrontando la premenopausa: “Mi sto aiutando con degli integratori che a volte sembra facciano effetto, a volte no. Corro con il ciclo e senza e cerco di accettare il passo che viene, con la corsa affronto meglio anche la rogna della premenopausa.”

Data l’intolleranza al lattosio e alle proteine del latte, Antonella ha pianificato meticolosamente la nutrizione per il Passatore, con l’aiuto del marito che la supporterà ai ristori: “Inizialmente ero preoccupata di non trovare ai ristori qualcosa che anche io potessi mangiare, ma ho contattato la segreteria organizzativa che mi ha assicurato di trovare il pane ad ogni ristoro, che già per me sarebbe molto. Comunque, per sicurezza, mio marito mi porterà qualcosa di adatto, se dovesse servire, a qualche punto di ristoro dove è ammesso. Anche qui la mia nutrizionista mi ha aiutato a pensare a una strategia di integrazione di gara: preparare più zainetti con dentro l’occorrente per affrontare i successivi chilometri. Con uno zainetto arrivo fino al 35 km circa, poi da 35 km a 70 km con il secondo, e poi tiro via fino a 100 km.”

Antonella sorride
 

Fiduciosa verso Faenza

Le gare lunghe affrontate finora la rassicurano sulle sue capacità di chiudere la 100 km del Passatore con le dovute accortezze: “Gestendo meglio che posso la gara, partendo piano, camminando in salita, controllando la corsa in discesa, respirando molto e cercando di praticare un po’ di mindful running.”

Il suo ultimo lungo prima della grande gara è stato la 50 km di Romagna il 25 aprile, chiusa in 5h45′, corsa con energia e gioia: “Il tempo si è manifestato ottimale, inizialmente un pochino nuvoloso ma poi è uscito un bel sole che faceva brillare i colori della natura. Un percorso sali-scendi meraviglioso, duro quanto basta.” Ha mantenuto una gestione gara che l’ha soddisfatta: “Sono riuscita a mantenere un passo costante fino a circa 25 km e poi sulle salitone ho alternato corsetta e camminata. Sono stata attenta a non farmi male nelle discese che avevano dei tratti lunghi e poi ho ripreso gli ultimi 10 km in leggera progressione. Sono arrivata fresca ed energica all’arrivo, concludendo con 5h45’23”, che per me è tanta roba.”

Ora Antonella si immagina l’arrivo al Passatore: “A braccia alzate e con le lacrime agli occhi, piena di meraviglia, stupore e gratitudine infinita.”

Alle altre donne vuole trasmettere un messaggio chiaro: “La corsa è maestra di vita. Se vogliamo, possiamo fare tutto.”

Non è un’ultramaratoneta. Le sue gambe la portano al massimo a completare una maratona. Non crede di potersi spingere più in là di questa distanza eppure, o forse proprio per questo, è da sempre affascinata da chi riesce a spingersi oltre i propri limiti, fisici e mentali. E' appassionata di ultratrail americane.