“Road to Passatore” è una miniserie di interviste a donne che il 24 maggio 2025 si cimenteranno per la prima volta con la distanza di 100km. La loro gara obiettivo è la proprio la storica 100km del Passatore, quest’anno alla sua 50^ edizione.

Chi sono? Cosa le ha portate fin qui e come arrivano alla linea di partenza della 100km più amata d’Italia?

Questa è la storia di Sara Calzolari

Ho 36 anni e vivo a Reggio Emilia

Sono nata e cresciuta a Reggio Emilia, ma ho vissuto 8 anni a Milano (dove ho iniziato a correre). Faccio l’infermiera in sala operatoria e sono mamma di Giacomo (otto anni). Mi piace tantissimo leggere, andare al cinema, ascoltare musica e provare cucine straniere.

Hai sempre fatto sport? Come è arrivata la corsa?

Ho sempre fatto sport. Per tantissimi anni fin da quando ero bambina ho praticato karate, sono cintura nera 1 dan. Poi sono passata alla palestra, e poco dopo è arrivata la corsa.

Ho iniziato a correre per caso (ma forse non è mai un caso). All’epoca vivevo a Milano in zona porta Genova, uscivo e andavo al parco Baravalle, facevo dieci giri. Poi ho iniziato a girare per la città. La corsa è diventata fondamentale nel momento in cui sono rimasta da sola con Giacomo, e diventata il mio rifugio sicuro.

Dopo quindici maratone ho pensato “perché non vedere cosa c’è oltre?”, sono venuta a conoscenza qualche anno fa dell’esistenza della cento km del Passatore, inizialmente pensavo di non essere in grado di prepararla, e poi invece ha iniziato a farsi strada nella mente il desiderio di provare.

Sara e la medaglia

Foto di Sara Calzolari

Hai deciso di affidarti a una/un coach per questo evento o ti stai allenando da sola? Che tipo di approccio segui? Quali sono stati gli ostacoli più grandi nel preparare una 100km?

Per tutta la parte che riguarda gli allenamenti mi segue Laura Biagetti, grande amica e praticamente sorella per me .

La preparazione per ora è andata meglio del previsto, ho avuto problemi con un ginocchio nei primi mesi dell’anno e fino a febbraio non ero certa di poter proseguire con le tabelle che avevamo in mente, sono stati mesi difficili. Ho nuotato tantissimo e fatto molta bici, poi però sono incredibilmente riuscita a portare a casa le maratone che avevo in programma (Bologna, Roma e Milano) e sono approdata alla mia prima ultra il 25 aprile correndo la 50 km di Romagna. È stato un viaggio bellissimo e insperato, viste le premesse. Comunque vada, sono grata alla vita per questi mesi pazzeschi. Tante volte ho pensato di non potercela fare, questa è sempre la parte peggiore delle mie preparazioni : governare i pensieri negativi.

Come hai gestito il tuo ciclo mestruale rispetto agli allenamenti?

Cerco di non farmi limitare troppo, se ho dolore prendo un anti dolorifico , a volte sento la necessità di ridurre l’intensità dell’allenamento, e generalmente dopo la corsa va meglio . Idem con nuoto e bici.

Sara alla 50km di romagna
Ormai del percorso e della gara sappiamo tanto. Qual è l’aspetto che più ti esalta e quello che più ti preoccupa? 

L’aspetto che più mi esalta di questa sfida è il fatto di poter superare ancora una volta i miei limiti, quello che mi preoccupa di più è di non reggere mentalmente, ho paura dell’ignoto e dei mostri che potrò incontrare. Magari ce ne saranno di nuovi, chi lo sa. Ma sarà comunque interessante scoprirlo!

Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto fino ad ora sulla gestione del Passatore e che ti porterai in gara?

Il consiglio più prezioso che mi è stato dato è: un chilometro alla volta. Vale per qualsiasi distanza e qualsiasi corsa, ma vale anche e soprattutto per tutte le cose della vita. L’arrivo me lo immagino stupendo, e ovviamente in lacrime, altrimenti non sarei io!

In questo percorso mi hanno ispirato tantissimo un caro amico ultra maratoneta che mi ha dato molti consigli utili, e le chiacchiere con la mia amica e nutrizionista Elena Araldi, che mi ha consigliato il libro “born to run” e che mi ha fatto conoscere la storia meravigliosa dei Tarahumara.

Sara all’arrivo
Cosa speri di trasmettere ad altre donne attraverso la tua esperienza?

Attraverso la mia esperienza spero di trasmettere ad altre donne…chissà, forse la forza della perseveranza e della costanza, oltre la paura, oltre i limiti, oltre gli ostacoli di una vita spesso complicata e difficile (sperando ovviamente di portare a compimento la missione). Ma a prescindere dal risultato sarà stato comunque un viaggio indimenticabile poterci arrivare, e anche solo poterci pensare.

Non è un’ultramaratoneta. Le sue gambe la portano al massimo a completare una maratona. Non crede di potersi spingere più in là di questa distanza eppure, o forse proprio per questo, è da sempre affascinata da chi riesce a spingersi oltre i propri limiti, fisici e mentali. E' appassionata di ultratrail americane.