Il primo maggio Alisia Calderone porta a termine la Ultrabalaton, gara che si svolge in Ungheria attorno al lago più grande dell’Europa Centrale, il Balaton. La gara inizia a Balatonfüred, a nord del lago, e i partecipanti devono percorrere un giro in direzione antioraria. Il percorso, ondulato, è lungo 210km e si snoda su piste ciclabili e strade minori, attraversando villaggi e paesi.

L’edizione del 2022 ha visto la metà dei partecipanti ritirarsi: dei 220 partiti, solo 107 hanno tagliato il traguardo. Alisia era l’unica donna italiana in gara e ha terminato in 30h28’06”, a 32′ dal tempo limite. Un traguardo importante per lei, specialmente dopo il ritiro dalla Spartathlon del 2021.

Ci si può vendicare di una “sconfitta”? Ce lo racconta Alisia in questo articolo.

Per conoscere meglio Alisia, vi invitiamo a leggere la Scheda&Bio su di lei.

Buona lettura.

Storia disordinata, dettata da ricordi SUDATI 😉

Sono le 5,30 del 29/04 e da qui inizia la gara: mi sveglio, apro le tende della mia stanza d’albergo e vedo “il mare balaton”, rosso infuocato da un’alba strepitosa.

Tramonto sul lago Balaton

Foto di Alisia Calderone

 

Davanti a tanta maestosa bellezza, mi raccomando alla dea natura, che mi protegga nei momenti di difficoltà. Credo nel sole, nel cielo, negli alberi, come divinità a cui affidare le mie fatiche. Mi preparo velocemente per la gara, non sono una che indugia troppo su cosa portare e poi si sa, io corro con l’essenziale. E così arrivo alla partenza, tripudio di atleti con i brividi a pelle. Selfie, sorrisi, ultimi ansiogeni preparativi che ti impallano il cervello e via. Si inizia a correre costeggiando il lago che sarà l’unico vero compagno di questa infinita avventura. Lago e alberi, alberi e lago, e tanta speranza di arrivare.

Iniziamo. Solita scena: io rallento il passo e mi chiedo perché molti corrono sotto 6/km, non è mica una passeggiata di salute! E poi cibo ogni 50min, acqua misurata, tutto calcolato. A volte mi sento un robot! Però, forse un gel che non avrei dovuto prendere, arriva la nausea, quella stramalefica che ti fa detestare tutto il cibo che vedi.

Bene, adesso si soffre, si soffre e si corre. Sì, si corre, perché con questa gara “sorella della Spartathlon”, devo vendicare la mia resa di settembre scorso. Soffro perché non mi riesce di mangiare come dovrei; corro perché la mia testa deve sconfiggere il dubbio di non farcela. Mi tappo il naso e mando giù un pezzo di pane, non voglio sentire nemmeno il sapore, è solo benzina per correre. Aiuto pure Damiano che sta facendo gara con me, perché non c’è tempo per mollare. Di notte parlo da sola, dentro la mia testa  per tenermi sveglia. Discorsi lunghissimi che non hanno inizio né fine.

Conto alla rovescia verso la “vendetta”

Così, meno 40km, già penso: “solo una maratona”. Fa davvero caldo, ma riesco ancora a corricchiare e nei tratti in pendenza cammino velocemente. Meno 20 km. Alisia ormai non si molla!!!! La mente è confusa; non mi riesce di fare bene i calcoli e cerco di andare più veloce che posso, sfruttando la scia di chi ho davanti. Meno 10km: odore di traguardo. Barcollo ma non mollo e la nausea è diventata mia compagna di viaggio.  Meno 5km: io e miss nausea siamo diventate amiche e mi accompagna tra le lacrime verso un trionfale traguardo. Sono a 35 minuti di anticipo sul tempo previsto. Incredula, stordita, felice! Stringo Spartacus e mi lascio andare a foto da vera modella: sudata e disordinata.

Alisia in posa felice

 

Mi sono vendicata con la sorella spartana. Sono seconda di categoria ma so bene che la mia vera sfida sarà a settembre. Non puoi vendicarti con una parente. Per la rivincita devi aspettare l’originale.

Ore 15:30 del 17/05: la Ultrabalaton sarà per sempre sul mio polpaccio destro 💖

Tatuaggio per Balaton