Silvia Torricelli ha 39 anni e ha sempre vissuto a Carpi dove lavora nel campo del marketing. La prima volta che l’ho vista è stata all’arrivo del Passatore 2022 e sono riuscita a rubarle una foto in cui traspare tutta la sua felicità e la sua stanchezza. Quando gliel’ho fatta vedere per chiedere conferma che fosse lei, mi ha scritto. “Si sono io…che foto! Emblema della mia mia gara e della mia stanchezza”. Ed eccomi qua a farle qualche domanda per conoscerla meglio.

Silvia al passatore

Foto di Donn&Ultra

Gli inizi

Ovviamente abbiamo parlato di come ha iniziato a correre. Lo sport è entrato nella sua vita in punta di piedi: da adolescente era un modo per tenersi in forma e stare con le amiche, per lo più in palestra. Quando arriva la corsa, verso i 27 anni, mantiene più o meno lo stesso scopo. Corre in palestra, sul tapis roulant. Poi, insieme al padre, passa a correre all’aperto, su strada e l’atteggiamento verso lo sport e la corsa comincia a cambiare. Inizia così a gareggiare: gare brevi, mezze maratone e maratone.

Alle ultra è arrivata nel 2013: “La prima ultramaratona l’ho fatta con mio padre, così, per curiosità dopo due anni che correvo. Volevamo provare e capire come fosse. E’ stata dura: nessuna esperienza, poco allenamento e ci siamo ritirati al 65 km. Da quel ritiro è iniziato tutto, abbiamo partecipato l’anno seguente finendola sempre con enorme fatica ma in fondo ci siamo “divertiti” e non ci siamo più fermati.”

Quella gara era il Passatore, gara che Silvia ha fatto diverse volte. Nel 2022 si è presentata alla linea di partenza in maniera completamente diversa: non solo ha preparato la gara, ma l’ha fatta con alle spalle un allenatore – Andrea – che l’ha seguita dando suggerimenti e la spinta nei momenti più bui. Che soddisfazione deve essere stata tagliare il traguardo in un tempo che non si sarebbe mai immaginata di poter fare (parole sue). Infatti Silvia ha terminato la gara settima donna, finendo sotto le 10 ore (9:44:54) – ben 7 ore in meno rispetto alla prima volta.

Silvia Passatore 2022

 

La strada per arrivare a questo risultato è stata ricca di soddisfazioni e con qualche podio nel 2021 (un secondo posto alla 50km del gargano e alla 100km delle alpi) e un primo posto alla Strasimeno nel 2022.

Silvia confessa di essere stata inizialmente restia a farsi seguire da un allenatore: “non ero sicura di essere in grado di seguire le tabelle ma alla fine si sta rivelando una bella esperienza e un cambiamento importante”.

Dal 2013 ad oggi Silvia ha partecipato a ben 37 ultra, quindi l’esperienza è ormai tanta e con l’esperienza arriva anche la capacità di gestire le crisi in gara: “Nelle ultra le crisi arrivano sempre, anche più volte, e se ne vanno solo se si è in grado di gestirle. La sfida ogni volta è proprio saperle gestire e la preparazione mentale gioca un ruolo fondamentale”.

Silvia corre

Tutte le foto sono di Silvia Torricelli

Le donne

Chiaramente si finisce a parlare di donne e degli ostacoli che devono affrontare per poter seguire la loro passione delle ultradistanze. Anche lei, come altre atlete con cui ho avuto la fortuna di parlare, pensa che uno degli ostacoli maggiori sia il timore di non sentirsi all’altezza, di non riuscire a portare avanti un impegno che comporta sacrifici, tempo e dedizione. Le donne che scelgono di avere una famiglia, aggiunge, faticano a trovare tempo per sé stesse sia per motivi fisiologici, sia per carenza di servizi e/o supporto che permettano loro di ritagliarsi il tempo necessario per allenarsi.

“Fortunatamente le donne atlete che riescono a trovare il corretto equilibrio tra vita privata ed allenamento sono in aumento. Ritengo che siano figure molto importanti e di stimolo per tutte coloro che si affacciano al mondo della corsa o che vogliono migliorare le proprie performance con obiettivi sfidanti”. 

Silvia primo piano

 

Tra i motivi fisiologici c’è chiaramente anche il ciclo. “Il ciclo si fa sempre sentire, che sia allenamento o gara. Normalmente nei 3/4 giorni antecedenti al ciclo sono spossata, debole e questo ovviamente si ripercuote anche sulla corsa. Che sia allenamento o gara faccio il doppio della fatica per un risultato più basso, poi, una volta passati i primi due giorni, va meglio. In generale comunque parliamo di 5/6 giorni al mese dove c’è un calo fisico; ma non posso farci nulla, è nella nostra natura avere il ciclo e bisogna accettarlo e ascoltare il corpo (a volte sposto gli allenamenti proprio perché troppo fiacca).

Il futuro

Quando le chiedo della gara nel cassetto, non so perché non mi stupisce la sua risposta: “La Nove colli è la gara che un giorno mi piacerebbe tentare. Non a breve termine, ma la tengo lì per quando mi sentirò pronta soprattutto mentalmente a così tanta fatica.” Ma il vero obiettivo non ce lo ha voluto rivelare: “preferisco tenerlo per me per scaramanzia”.

Come sempre, chiedo dove si vedrà tra dieci anni: “Difficile a dirsi. Spero di aver costruito la mia famiglia, di potermela godere e di avere viva ancora la voglia di correre”