Dauwalter UTMB
Foto scattata da Carmela Vergura

Le storie da raccontare di questa settimana della UTMB sarebbero tante, e tutte importanti. Questo evento, tanto criticato per aver venduto l’anima al mainstream e al marketing, resta comunque per molti ultratrailer l’evento da fare in una delle sue forme.

Ma cosa resta di questa settimana della UTMB 2021? Ecco la top 10 di Donn&Ultra (non tutte positive):

  • La tristezza per la morte del trailer ceco durante TDS, la fila di partecipanti che illuminati dalle loro lampade e avvolti nelle coperte termiche, cercano di tornare indietro. Si sa che gli incidenti possono succedere, ma questo non diminuisce il dispiacere e avremmo forse voluto vedere un po’ di cordoglio in più in chiusura della settimana. Sappiamo comunque da chi c’era che ci sono stati momenti specifici dedicati a ricordare l’atleta.

  • Gli ultimi 10km della gara di Courtney Dauwalter, cioè la sua discesa verso Chamonix. La felicità, la leggerezza e la facilità (almeno apparente) della sua corsa. Un gesto atletico che non fa altro che aumentare l’ammirazione verso questa donna che seguo da anni, che ha vinto tanto e spesso si è lasciata dietro tutti gli uomini in gara, come per esempio a MOAB 200 nel 2017.

  • Il rituale di Courtney a tutti i punti vita:

    a) gocce agli occhi per evitare il ripetersi di quello che era avvenuto nel 2017 quando, durante la Run Rabbit Run 100, a 12 miglia dalla fine e in testa alla gara, iniziò a vedere sempre meno, inciampò e cadde. Perse la vista ma riuscì a vincere grazie alla guida del marito. E’ una cosa che è successa ad altri ultrarunner e si stanno facendo delle ricerche per capire i motivi.

    b) Lavaggio denti: dice che la fa sentire “umana” e fresca per ripartire.

  • Hannes Namberge, sesto uomo e primo tra i non francesi, che si spertica in lodi verso Courtney durante l’intervista di rito. Avevano fatto un po’ di tira e molla e a un certo punto lei lo aveva superato portandosi sesta assoluta. Invece di parlare di sé, lui ha continuato a raccontare di Courtney e di quanto incredibilmente forte stesse andando.

  • I numeri delle donne: nella OCC le donne sulla linea di partenza erano il 19% del numero totale e la stessa percentuale la ritroviamo tra i finisher; nella CCC il 13% di donne erano alla partenza, ma in questo caso la percentuale si è abbassata al 12% tra i finisher. Numeri tristissimi riguardano invece la UTMB con 8% tra i partenti e 7% tra i finishers.

  • Il terzo posto di Mimmi Kotka. La sua storia è una storia condivisa da molte ultrarunner: quella di allenarsi talmente tanto e non riuscire a reintegrare a sufficienza arrivando a non nutrirsi abbastanza con tutto quello che ciò comporta: perdita del ciclo e infortuni assicurati. L’anno scorso ha deciso di prendersi una pausa e chiedere aiuto e quest’anno è ritornata alla grande con un terzo posto alla Lavaredo Ultra Trail e due vittorie in gare più brevi. L’immagine di Mimmi su quei 10km di discesa verso l’arrivo è l’opposto di quella di Courtney: affaticata e dolorante, con un pianto liberatorio al traguardo, ma altrettanto commovente.

  • Il ritiro di Beth Pascall, ultrarunner britannica, vincitrice della Western States a fine giugno. Puntava a fare la doppietta WS-UTMB tanto agognata dagli americani, ma non è riuscita a recuperare del tutto dalla sua vittoria californiana e la sua gara è terminata a Courmayeur.

  • Ritrovare sulla linea di partenza di una ultramaratona (CCC) Amanda Basham, mamma da 6 mesi, che però si è ritirata non avendo abbastanza chilometri sulle gambe per arrivare al traguardo.

  • La diretta con il commento di Corrine Malcom (con Dylan Bowman & Keith Byrnne). Ultramaratoneta americana che sa tutto, ma proprio tutto su tutte le atlete in gara. Aveva già stupito alla diretta della Western States e non ha deluso durare il commento alla TDS, CCC e UTMB

  • La linea d’arrivo, come sempre, gremita di gente e il tifo da stadio che ti fa sperare un giorno di poter attraversare e che emoziona sempre. S.E.M.P.R.E