“Road to Passatore” è una miniserie di interviste a donne che il 24 maggio 2025 si cimenteranno per la prima volta con la distanza di 100km. La loro gara obiettivo è la proprio la storica 100km del Passatore, quest’anno alla sua 50^ edizione.
Chi sono? Cosa le ha portate fin qui e come arrivano alla linea di partenza della 100km più amata d’Italia?
Questa è la storia di Beatrice Perego
Beatrice Perego ha 58 anni, vive in Brianza, ma è cresciuta a Milano. Da bambina, trascorreva le estati nella casa dei nonni paterni, tra la pianta di fichi su cui amava arrampicarsi.
Nella vita quotidiana è una madre tenace, piena di passioni e sempre in movimento. Ha un figlio autistico al quale dedica molte delle sue energie, senza però rinunciare a tutto ciò che la fa sentire viva. Le sue giornate iniziano all’alba, spesso con una corsa alle sei del mattino, o finiscono tardi la sera sui rulli della bicicletta. Dorme poco, si affida solo a se stessa: non ha una rete familiare su cui contare, ma non ha mai smesso di credere nella forza del fare, dell’andare avanti.
Il suo rapporto con lo sport è iniziato prestissimo, a tre anni, quando la madre – che non sapeva nuotare – volle a tutti i costi che lei imparasse. Da lì, la piscina, poi la canoa, il windsurf, le immersioni subacquee. A un certo punto, ha lasciato l’acqua per la palestra, poi per la bici, finché nel 2015 – pur con qualche problema fisico che avrebbe dovuto tenerla lontana dalla corsa – ha deciso di provarci. Era in cerca di se stessa, anche di un modo per ritrovare il proprio corpo dopo la seconda gravidanza. Non riusciva a dimagrire e sentiva il bisogno di riprendersi uno spazio tutto suo. Aveva 43 anni:
Ho iniziato camminando alla sera con il freddo giravo in una pista di 1km e ricordo che dal freddo mi si congelavano le ciglia poi dopo 4-5 mesi ho iniziato a correre e ho trovato subito che mi sentivo libera, era l’unico momento che avevo per me stessa per respirare.
Le gare sono arrivate quasi subito, in Italia e all’estero. Ne ha fatte tantissime, facendosi ispirare da grandi atlete e da donne comuni che seguiva sui social. Correre è il suo modo di restare viva, di sentirsi orgogliosa, di non sentirsi sola.

Tutte le foto sono di Beatrice Perego
Il passo verso l’ultramaratona è arrivato grazie all’incontro – anche se solo da lontano – con Monica Casiraghi. La vedeva nelle tapasciate brianzole insieme a tutte le donne del suo team e ne rimase affascinata. Così ha deciso di provare la “Terre di Siena” nel 2023: è arrivata quarta di categoria e quell’emozione le è rimasta dentro come un segno.

Ora si prepara per la 100 km del Passatore:
Una sfida che non sono sicura di potercela fare perché nel frattempo sono caduta e ho avuto un infortunio a dicembre, ma ci proverò lo stesso. Lo faccio per mio figlio che ha bisogno di vedere che bisogna sempre affrontare la vita con orgoglio caparbietà resilienza
Non ha un coach, si allena da sola, seguendo tabelle trovate qua e là, qualche consiglio dai social, molte intuizioni personali. La preparazione non è andata come sperava: è in ritardo, non si sente pronta. Ma andrà. Perché più della tecnica, è la testa che deve reggere. E in questo periodo, quella è forse la parte più dura: concentrarsi, tenere lontani i pensieri che affollano la mente, restare focalizzata sull’obiettivo.
A esaltarla della gara è il viaggio, la possibilità di vivere l’esperienza per quello che sarà, senza aspettative rigide. Il consiglio più prezioso che ha ricevuto? “Non pensare ai chilometri, goditi ogni passo.”
Si immagina l’arrivo in un pianto liberatorio, di gioia e di esaltazione, come accadde a Siena: partenza sotto la pioggia, arrivo ipotermica, zuppa d’acqua, ma con il cuore colmo.

A ispirarla sono state donne forti:
Monica Casiraghi, Serena Natolini, Lorena Brusamento tutta la squadra di queste meravigliose donne ultra e anche voi che vi seguo da tempo
Vuole trasmettere qualcosa anche lei, a sua volta: un messaggio chiaro alle altre donne, soprattutto madri. Non mollare. La vita è dura, ci mette continuamente alla prova, ma noi siamo capaci di affrontarla, anche nella solitudine, con una consapevolezza feroce: quella di essere inarrestabili.
Oltre alla corsa, è anche volontaria in tante gare. Collabora con la Fondazione Maria Letizia Verga, e nel 2023 ha prestato servizio antidoping alla maratona di Milano, esperienza che le ha aperto le porte per essere selezionata come volontaria alle prossime Olimpiadi invernali. Ha il brevetto di primo soccorso e, prima dell’infortunio, andava spesso in montagna: è arrivata fino alla Capanna Gnifetti, a 4.500 metri, a un passo dalla Margherita.
Questa è lei. Una donna instancabile, piena di voglia di vivere.